EcoColorDoppler dell’Aorta e dei Grossi Vasi Addominali
L’aorta è il più importante e grande vaso arterioso del nostro corpo. Nasce dal cuore per poi attraversare il torace e portarsi nell’addome, dove si divide in due rami: le arterie iliache comuni di destra e di sinistra, le quali continuano nelle arterie femorali dirette agli arti inferiori.
L’EcoColorDoppler nasce dall’incontro di due metodiche diagnostiche: l’ecografia ed il doppler e consente di esaminare attraverso l’ecografo i principali vasi sanguigni (vene, arterie) studiando il flusso del sangue al loro interno.
Come si svolge la visita?
L’esame si effettua con il paziente disteso sul lettino in decubito supino, mediante sonda ecografica.
Nei pazienti obesi, con molto gas intestinale o con cicatrici mediane dell’addome, si può avere difficoltà nell’esecuzione dell’esame. Il paziente, perciò, deve seguire una dieta povera di fibre ed assumere farmaci antimeteorici nelle ventiquattro ore precedenti.
Cosa si può scoprire grazie a questo esame?
L’EcoColorDoppler dell’Aorta Addominale permette di valutarne sia il diametro e lo spessore della parete, la presenza di placche di grasso e di calcio, di trombi e di dilatazioni aneurismatiche (studio morfologico), sia la velocità e la direzione del flusso ematico all’interno di essa (studio funzionale).
L’aneurisma dell’aorta addominale è una dilatazione permanente dell’aorta nel suo tratto addominale che tende a progredire sotto l’azione della pressione sanguigna, ed è dovuta ad un indebolimento della sua parete. Al suo interno spesso si trovano dei trombi che possono staccarsi e, trasportati dalla corrente sanguigna, possono andare ad ostruire vasi arteriosi più piccoli (embolia). E’ potenzialmente pericoloso poiché può rompersi e causare una grave emorragia che nella maggior parte dei casi è fatale. L’aneurisma dell’aorta addominale molto spesso non crea disturbi e la sua diagnosi avviene casualmente durante visite o esami per altre patologie. Occasionalmente il paziente può accorgersi della sua presenza perché sente una “strana” pulsazione in addome.
La steno-ostruzione dell’aorta addominale, cioè il restringimento più o meno importante del vaso può essere asintomatico o sintomatico. Il sintomo più importante è la difficoltà a camminare con ridotta autonomia di marcia. Questo si verifica quando il lume del vaso arterioso è ristretto con diminuzione della portata di sangue ai muscoli degli arti inferiori che pertanto si affaticano precocemente. Il sintomo che il paziente avverte è proprio un dolore profondo ai glutei ed ai muscoli della coscia o del polpaccio dopo un determinato percorso. Il restringimento è causato dalla presenza di placche di grasso e/o di calcio i cui fattori di rischio sono, l’età, la familiarità, l’ipertensione arteriosa, le dislipidemie, ed il tabagismo.
L’esame permette di ottenere una diagnosi tempestiva di tali patologie, permettendo l’avvio ad una corretta terapia medica o chirurgica e di valutare l’evoluzione e la risposta alle terapie stesse.
Chi deve sottoporsi all’esame?
Le persone fumatrici, affette da patologia aterosclerotica cardiovascolare e ipertese sono da considerare a rischio relativo, soprattutto dopo i 50 anni e se c’è storia familiare di patologia aneurismatica dell’aorta addominale. Per tali soggetti è consigliabile un controllo EcoColorDoppler dell’aorta addominale che, se negativo, non è necessario ripetere a breve scadenza.
Se invece si riscontra una dilatazione si programmeranno controlli con periodicità variabile in base al diametro riscontrato del vaso.
Nel caso di aneurismi al di sotto dei 5 centimetri di diametro la prevenzione secondaria prevede il controllo attento della pressione arteriosa e di altre patologie eventualmente presenti come il diabete, l’astensione dal fumo e controlli ecografici periodici stabiliti in base al tipo e alla dilatazione del vaso presente.
Quando è consigliata la chirurgia?
Se si superano i 5,5 centimetri è opportuna una valutazione chirurgica poiché oltre tale misura in rischio di rottura aumenta considerevolmente. E’ fondamentale la prevenzione ed eventualmente un intervento chirurgico di elezione poiché in caso di rottura l’emorragia interna conseguente è rapidamente fatale e tra coloro che riescono ad arrivare in sala operatoria la mortalità supera il 50%.
La correzione chirurgica prevede l’intervento tradizionale di sostituzione del vaso dilatato con protesi sintetiche oppure se le condizioni del vaso lo permettono, l’endoprotesi, cioè un rivestimento della parete dall’interno del vaso che esclude la parte dilatata e ripristina un normale diametro del lume.
Quest’ultimo intervento comporta uno stress operatorio minore una degenza più breve e un’anestesia meno impegnativa, inoltre non comporta l’apertura chirurgica dell’addome essendo l’endoprotesi introdotta tramite un acceso inguinale.